sabato 20 agosto 2011

Castello e Santuario Madonna della Neve

Il Castello arabo (837-851), svevo (1228), aragonese (1322) è stato protagonista della storia millenaria della città. Ospitò Federico II di Svevia che poteva dedicarsi alla caccia, suo svago preferito, sui monti vicini ricchi di selvaggina. Lontano dalle ingerenze dei vescovi delle vicine diocesi, nella “sua” Prelatura, poté preparare quella che fu definita la “crociata maledetta”. In questo Castello riecheggiavano i versi delle scuola poetica siciliana ed una tradizione popolare vuole che nella prigione, sotto il vano della torre cilindrica (scoperta nel 1967 durante l’esecuzione di lavori), abbia finito i suoi giorni suicida “Pier delle Vigne”, Protonotaro dell’Imperatore, ma caduto in disgrazia; egli proprio a Santa Lucia doveva godere una stima particolare dal popolo, come attesta una via del centro storico a lui dedicata. Ristrutturato ed ampliato da Federico II di Aragona sovente fu teatro di eventi cruenti e sanguinosi. Nel 1600, decaduto alle funzioni di difesa, abbandonato ed in rovina viene ceduto dal proprietario don Francesco Morra principe di Buccheri, a Mons. Simone Impellizzeri, Prelato del tempo (1673), che provvede subito alla ristrutturazione. La torre quadrangolare, pericolante, viene abbattuta per far posto alla costruzione di un Santuario dove, al centro di una maestosa cornice barocca, viene collocata nel 1674 la stupenda statua marmorea della Madonna della Neve di Antonello Gagini (1529), proveniente dalla chiesetta rurale di contrada S. Giuseppe. Nel 1695, nei locali ristrutturati, viene trasferito dal Palazzo Prelatizio il Seminario che diviene in breve tempo un rinomato centro di studi. Maestri insigni e personalità eccelse ne hanno percorso la storia. Basti ricordare il luciese Abate Antonio Scoppa, letterato, ambasciatore a Parigi del Regno delle due Sicilie ed accademico di Francia ed il filosofo Pasquale Galluppi, natio di Tropea, che da giovinetto ebbe a studiare in questo seminario, diventando professore di Teologia Dogmatica. Viene considerato un luciese d’adozione e molto opportunamente la locale scuola Media gli è intitolata. Ai piedi dello scalone d’ingresso, statua marmorea di S. Michele Arcangelo attribuita ad Andrea Calamech (1572). All’interno della torre cilindrica, è collocata una preziosa biblioteca con incunaboli, cinquecentine e testi molto antichi. Dal belvedere del Castello si gode di un incantevole panorama. L’occhio spazia da Capo Calavà a Capo Vaticano in Calabria, con sullo sfondo le sette perle dell’Arcipelago Eoliano.

Testi tratti da Wikipedia

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